La Neuro-psicomotricità dell’età evolutiva si occupa dei disturbi dello sviluppo psicomotorio e relazionale, dei disturbi evolutivi della comunicazione, dei disturbi evolutivi specifici dell’apprendimento, dei disturbi dell’attenzione con iperattività, dei disturbi della condotta, dei disturbi del funzionamento sociale con esordio specifico dell’infanzia e della adolescenza, delle sindromi e disturbi della sfera emozionale con esordio caratteristico dell’infanzia, delle patologie metaboliche, dei deficit sensoriali e dei ritardi mentali associati a patologie psichiatriche come psicosi di innesto.
La Neuro-psicomotricità dell’età evolutiva nasce come momento di “ascolto” dei bisogni e delle motivazioni più profonde del bambino, dando valore alla comprensione ed all’espressività dello stesso tramite il gioco. Partendo da questa espressività il terapista della neuro psicomotricità dell’età evolutiva ha il compito di favorire l’evoluzione del bambino verso una padronanza logico-concettuale.
I settori specifici di intervento sono:
- “Comunicazione aumentativa ed alternativa” (vd logopedia)
- “Metodo TEAACH”
E’ una metododica che ha i suoi capisaldi nell’utilizzo di tecniche, di principi e di strategie facenti parte dell’ambito teorico cognitivo-comportamentale.
Il programma TEACCH è rivolto a persone con autismo e più in generale con disturbi generalizzati dello sviluppo o con disturbi della comunicazione, soggetti con ritardo mentale; è indicato su un ampio spettro di persone a partire dai bambini, fino agli adolescenti e agli adulti.
- “Pratica psicomotoria di B. AUCOUTURIER”
La pratica educativa ha come obiettivo permettere al bambino di vivere, strutturare e organizzare le sue emozioni e percorrere con pienezza le tappe che lo portano alla conquista dell’autonomia, alla maturazione dell’identità, allo sviluppo delle sue potenzialità e competenze
- “Semiologia dell’espressione”
Il “closlieu“, il luogo chiuso, è alla base del Metodo di Stern. E’ un luogo, dove il bambino sperimenta materiali e tecniche, dove ritroviamo un tavolino, detto tavolozza, con 18 barattoli di colore e 18 di acqua per poter intingere il pennello. Non ci sono regole se non che i disegni rimangono lì, perché non sono fatti per nessuno, ma esclusivamente per far emergere le facoltà creative, per costruire sul foglio il proprio mondo o più semplicemente per sperimentare l’estensibilità e le dilatabilità del colore sul foglio.
Nel “closlieu” non c’è spirito competitivo, non importa che cosa si rappresenta, tanto meno ci si chiede se è bello o brutto, perché di importante c’è solo l’espressione.
Gli obiettivi sono offrire un metodo che aiuti i ragazzi ad essere se stessi in modo responsabile e liberare le emozioni, le paure, le sensazioni, le fantasie, a materializzarle a superarle con l’aiuto dell’operatore e/o del gruppo.